Giovedì, 10 Ottobre 2024 09:02

Il viaggio spaziale di Mercanteinfiera verso l’Homo Caelestis In evidenza

Scritto da

Dal 12 al 20 ottobre a Mercanteinfiera Autunno la mostra collaterale “Shoot for the moon: come abiteremo il nostro satellite", in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea ESA. Fotografie, disegni e materiali avveniristici raccontano il lavoro di frontiera di uomini e donne impegnate a percorrere “quel millimetro in più verso l’ignoto”.

Sabato 12 ottobre alle 16 il talk con Tommaso Ghidini, Capo della Divisione di Strutture, Meccanismi e Materiali dell'Agenzia Spaziale Europea, che dialoga con il giornalista RAI Luca, Ponzi.  Tra i temi affrontati nel talk il design, la medicina rigenerativa con stampa in 3D e i moduli che useremo per abitare sulla Luna. 

Ghidini: “Gli alieni siamo noi, che possiamo portare la nostra vita, i nostri valori, la nostra cultura in altri mondi, dove la vita oggi non c'è”.

Parma, 9 ottobre 2024 - Spazio, l’ultima frontiera del design. Bellezza, armonia delle linee, leggerezza. La dimensione estetica, nell’esplorazione spaziale, è un elemento imprescindibile tanto quanto la tecnologia che ci permette di lanciare razzi e astronavi che ci riporteranno sulla Luna (per restarci) e poi su Marte. Temi protagonisti della mostra collaterale Shoot for the moon: come abiteremo il nostro satellitein collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea ESA, a Mercanteinfiera Autunno (dal 12 al 20 ottobre), 
l’appuntamento internazionale di Fiere di Parma dedicato all’antiquariato, al design storico, al modernariato e al collezionismo vintage passando da moda, gioielli e orologi.

A guidarci, tra questi strani e nuovi mondi, sarà Tommaso Ghidini, Capo della Divisione di Strutture, Meccanismi e Materiali dell'Agenzia Spaziale Europea, protagonista del talk Homo Caelestis: intervista ai confini dello spazio, 
insieme al giornalista RAI Luca Ponzi. L’appuntamento è sabato 12 ottobre alle 16 (Pad. 4 - Stand A35). 

Sempre il 12, alle 14.30 il talk di Passione Astronomia Tutta colpa dell'allunaggio di Apollo 11 (e non solo)con Marco Bastoni, divulgatore scientifico e Pasquale D’Anna, dottore in ingegneria e divulgatore scientifico. "Moltissimi oggetti e tecnologie che utilizziamo quotidianamente - spiega Marco Bastoni - derivano direttamente dalla ricerca spaziale e dalle missioni lunari. I pannelli solari, ad esempio, o gli utensili a batteria come trapani e avvitatori, i microchip dei computer o le fotocamere dei nostri smartphone sono solo alcuni esempi di come gli investimenti nello spazio e nelle missioni lunari abbiano dato una svolta alle nostre vite. Indubbiamente la ricerca spaziale ha un pesante impatto sul nostro benessere, sulle possibilità che ha la società odierna e talvolta riesce a trasformare gli stili di vita; questo impatto ha radici profonde e difficilmente tutte queste storie, tutte queste ricerche, arrivano al grande pubblico. Eppure conoscere la reale storia di ciò che utilizziamo ogni giorno può farci acquisire la consapevolezza che i soldi spesi nello spazio e nell'esplorazione in realtà sono un investimento a beneficio di tutta l'umanità". 

Un talk che ha approfondito inoltre l’impatto della ricerca spaziale sulle nostre vite e l’importanza della divulgazione scientifica che, come evidenzia Pasquale D’Anna, “ricopre un ruolo fondamentale nella società odierna: far comprendere a tutti l’importanza della ricerca nella nostra vita quotidiana. Basti pensare, ad esempio, che senza la ricerca spaziale non avremmo gli smartphone moderni, ma anche tutti i progressi nell’ambito delle fonti rinnovabili e della medicina. Non bisogna dimenticare inoltre la parte romantica. Nel caso dell’astronomia, il nostro campo, la visione della volta celeste, anche ad occhio nudo, porta a rasserenare la quotidianità divenuta ormai frenetica e insegna, al contempo, l’importanza di non smettere mai di sognare. La nota dolente è che l’Italia è una delle nazioni con il maggiore inquinamento luminoso e trovare cieli bui risulta sempre più difficile”.

Ricerca ed esplorazione spaziale dove il design riveste un ruolo fondamentale. 
Il design - afferma Tommaso Ghidini - è un elemento imprescindibile dell’esplorazione spaziale. Le missioni devono essere non solo funzionali, ma confortevoli e sicure. Le navicelle spaziali sono concepite per utilizzare al meglio il loro spazio interno, per garantire la sicurezza degli astronauti e per ottimizzare e gestire le risorse. Il design non riguarda solo la parte tecnologica, bensì l’ergonomia, l’adattabilità a condizioni estreme. Senza dimenticare che deve offrire un ambiente confortevole, perché parliamo di spazi chiusi, ridotti, dove ovviamente non si può nemmeno aprire una finestra. Sono delle scatole lanciate con dei razzi, ma il nostro compito è salvaguardare anche il benessere psicologico degli astronauti, che devono vivere e lavorare in questi ambienti”.

Esigenze che saranno ancor più necessarie pensando a una presenza stabile sul nostro satellite, su cui rimetteremo piede nei prossimi anni, dopo lo storico allunaggio di Apollo 11, avvenuto 54 anni fa. Per i nuovi esploratori spaziali, prima verrà costruito una sorta di campeggio lunare, che potrà garantire una presenza estesa nel tempo, per poi realizzare una vera e propria base stabile. L’aspetto estetico sarà un elemento imprescindibile, con gli spazi che saranno progettati con grande attenzione al comfort e al benessere mentale degli astronauti, chiamati a operare e vivere in ambienti altamente ostili, molto diversi da quello terrestre.

Un design spaziale che secondo Ghidini vedrà ancora una volta protagonista la grande tradizione del Made in Italy, che già oggi ha contribuito a realizzare il 50% della stazione spaziale internazionale (non solo quella attorno alla Terra, ma anche quella in costruzione attorno alla Luna) ed è guidato proprio da quei criteri di comfort e bellezza. “È nella nostra natura - commenta - siamo immersi nella bellezza, fin da bambini. Le opere d’arte, le chiese, l’architettura, la bellezza è tutta intorno a noi, e la ricerchiamo, proiettandola in tutto quello che facciamo. È parte del nostro DNA”.

Esplorare, vivere e abitare lo spazio porrà nuove sfide al genere umano. Come nel campo della medicina. Curare gli astronauti su Marte, la cui presenza potrebbe essere possibile entro il 2040 (una data indicativa, ormai usata come obiettivo da molti attori internazionali), richiederà il ricorso alla medicina rigenerativa, utilizzando la tecnologia della stampa 3D. L’ESA ha già sviluppato e stampato pelle, ossa e vene umane. Questo per ora è stato realizzato sulla Terra, ma presto avremo una stampante biologica sulla ISS, per cominciare a maturare questa tecnologia chiave in ambiente spaziale e renderla disponibile alle missioni di lunga distanza e lunga durata.

E poi sarà indispensabile costruire e rendere i più autonomi possibili gli insediamenti spaziali. A partire da quelli sulla Luna. "Bisogna cambiare completamente paradigma - spiega Ghidini - perché lanciare tutti i materiali che ci servono, sarebbe da un punto di vista tecnologico, economico e logistico impossibile. Dovremmo utilizzare i materiali in situ, cioè utilizzare le risorse della Luna e poi di Marte, che è esattamente quello che ha fatto Cristoforo Colombo quando è andato in America. È chiamato ISRU (In-Situ Resource Utilization), una delle tecnologie chiave per le future missioni di esplorazione sul nostro satellite e sul pianeta rosso.E attueremo un riciclo sistematico delle risorse, per essere sempre più autosufficienti, garantendo il supporto autonomo della vita degli astronauti". 

Così per esempio si ricicleranno i materiali nobili dai veicoli spaziali non più utilizzati, ricavandone acciaio, titanio e alluminio, per poi trasformarli, grazie alle stampanti 3D, in materiali e utensili utili. Tecnologia 3D che permetterà di dare vita a una vera e propria manifattura spaziale, utilizzando la regolite lunare per costruire oggetti. Così come sulla stazione spaziale internazionale, ha già permesso di creare oggetti 3D di metallo.

Lo spazio non sarà solo un laboratorio di tecnologie e innovazione. L’ultima frontiera dell’umanità ci consegna un messaggio di pace, tolleranza, ottimismo. “Un giorno, certo in una proiezione a molti decenni da oggi, su Marte nasceranno bambini - conclude Ghidini - dove la gravità è molto ridotta rispetto a quella della Terra (pari a un terzo di quella del nostro pianeta, mentre un sesto sulla Luna). Volendo immaginare come il nuovo ambiente planetario combinato con l’adattamento evolutivo influenzeranno le generazioni future, potremmo ipotizzare figure umane completamente diverse dalle nostre. Saranno persone estremamente esili, con una struttura ossea e muscolare talmente deboli, che se venissero riportati sul nostro pianeta verrebbero stritolati. La cosa meravigliosa è che sarebbero sempre noi, potremmo chiamarlo un Homo Martianus, una naturale evoluzione della specie umana al di fuori del pianeta Terra dove la nostra stessa morfologia si adatterà alle nuove condizioni planetarie. Quindi scordiamoci gli alieni che vengono da altri mondi. Gli alieni siamo noi, e oggi possiamo portare la nostra vita, i nostri valori, la nostra cultura in altri mondi, dove la vita oggi non c'è. E possiamo farlo in pace.

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"